Italia-Romania: ambasciatore Bologan a “Nova”, Ue lavori per rafforzare fiducia tra Stati
Il diplomatico traccia bilancio del suo mandato
31 Gen 2022 • Redazione Agenzia Nova
È necessario che all’interno dell’Unione europea si lavori per rafforzare il senso di fiducia reciproca tra gli Stati membri, abbattendo pregiudizi nella consapevolezza che ai problemi comuni bisogna trovare soluzioni comuni. È quanto afferma l’ambasciatore della Romania in Italia, George Gabriel Bologan, che in una intervista ad “Agenzia Nova” traccia un bilancio del suo mandato in scadenza alla guida della missione diplomatica nel nostro Paese, attraverso momenti difficili come il sisma in Centro Italia del 2016 e 2017 e la pandemia di Covid-19, ma fornendo anche spunti e riflessioni sulle sfide che attendono l’Ue di oggi e domani. Su quest’ultimo punto, Bologan ravvede come sempre più stringente la necessità da parte della diplomazia europea di un vero e proprio cambio di paradigma. “Oggi quello che è più importante è lavorare, uniti dagli stessi obiettivi, per rinforzare sempre di più i rapporti, dialogare nel rispetto delle normative europee, evitare tramite il costante dialogare che, per ragioni anche talvolta dei terzi, si indebolisca il rapporto di fiducia che può esserci tra due Paesi membri dell’Ue o della Nato o ancora che venga meno il senso di fiducia reciproca”. Per questo, sottolinea l’ambasciatore, serve “demolire pregiudizi ed essere più consapevoli che ai problemi comuni dobbiamo trovare soluzioni comuni” e gli stati membri dell’Unione potrebbero pensare a un progetto scolastico per stimolare una coscienza comune europea per le prossime generazioni. Le sfide, continua il diplomatico, arrivano anche dal ruolo che interpreterà l’Ue nel prendere posizione nei confronti delle pressioni o minacce esterne per “difendere i nostri valori, i cittadini, oltre che gli interessi nazionali preservando sempre il diritto internazionale”.
Bologan ricorda come “gli scenari geopolitici cambiano, e quindi i diplomatici europei devono dimostrare che l’Unione è rilevante e insieme siamo più forti, che siamo saggi nell’interesse nazionale ma nello stesso tempo siamo motivati a difendere e proteggere la nostra Patria comune: l’Europa”. In questo senso, osserva il capo della missione diplomatica, “per quanto riguarda il diritto internazionale vediamo con preoccupazione ciò che è successo in Crimea; adesso il nervosismo aumenta alla frontiera dell’est dell’Ucraina. Una volta che si accetta un compromesso, ci sono rischi e possibili conseguenze che per gestirle si impegnano più energie e tempo e la pala di neve potrebbe provocare una valanga. Quando le regole sono infrante compare il caos e chi soffre è sempre la gente, i mercati finanziari e il benessere e la stabilità di tante persone”. Altra sfida importante per la diplomazia, chiarisce nella sua analisi l’ambasciatore romeno, sarà quella dell’interazione delle istituzioni con la tecnologia digitale in un “mondo dove non ci sono demarcazioni territoriali”. L’adattamento alla politica del futuro passa anche nell’affrontare i “nuovi conflitti nello spazio cyber”, la significativa evoluzione della tecnica del 5G, l’applicazione delle norme sulla cyber security”, spiega ancora Bologan ricordando che l’ambasciata della Romania in Italia ha organizzato e preso parte a numerosi eventi su questo tema anche in vista del lancio a Bucarest del Centro per la sicurezza cibernetica dell’Ue. “Una delle sfide attuali della diplomazia è di essere avanti nelle proiezioni per almeno una decina di anni, non limitandosi a fare previsioni per alcuni mesi o solo nell’arco di alcuni anni.
Per quanto concerne il mandato alla guida dell’ambasciata della Romania in Italia, Bologan sottolinea come i “significativi e privilegiati” rapporti tra i due Paesi e il dialogo bilaterale “speciale” potranno continuare anche nei prossimi anni. Il diplomatico, che è stato anche console a Milano per quattro anni, ricorda come passaggi fondamentali della sua missione in Italia la presentazione delle sue credenziali al presidente Sergio Mattarella e la sua lectio degasperiana in Trentino, la visita sui luoghi del sisma ad Amatrice, “dove abbiamo avuto una decina di vittime tra i nostri compatrioti, tra cui anche un bimbo di 9 anni; identificarlo è stato un atto commovente”. Altro passaggio saliente del mandato dell’ambasciatore è stata la storica visita di Stato del presidente romeno, Klaus Iohannis, in Italia nel 2018 in occasione dell’anniversario dei 100 anni della realizzazione dell’unità nazionale romena. Si è trattata infatti della prima visita di Stato (non di lavoro o ufficiale) di un capo dello Stato romeno dopo 45 anni. Il 2019 è stato inoltre l’anno della presidenza di turno della Romania del Consiglio dell’Unione europea: per Bucarest si è trattato del primo semestre di presidenza nella sua storia. “Abbiamo avuto un calendario fittissimo di eventi in occasione della prima presidenza della Romania all’Ue occasione nella quale abbiamo organizzato la Conferenza del presidente romeno Klaus Iohannis a Firenze (“The State of Union”, maggio 2019), poi le visite più recenti a livello dei ministri degli Esteri, Interni e prima della fine del mio mandato, dei due ministri della Sanità che si incontreranno il 4 di febbraio a Roma”. Inoltre, rimarca Bologan, è in via di ultimazione la Dichiarazione sul partenariato strategico consolidato tra la Romania e l’Italia, tra i ministri degli Esteri Luigi Di Maio e Bogdan Aurescu. Su questo punto, spiega l’ambasciatore, “c’è un buon rapporto e in base alla agenda di politica interna aspettiamo che si realizzi a presto anche la visita a Bucarest”.
Il momento più difficile alla guida della missione diplomatica per Bologan è stato senza dubbio l’inizio della pandemia di Covid-19 con le difficoltà nell’agire senza protocolli di sicurezza di fronte ad un virus sconosciuto. “Affrontare le paure, ossessioni, incertezze con più di 1.2000.000 cittadini romeni che vivono in Italia, non è stato un momento facile da gestire e per riuscire a fare la differenza tra ciò che è importante e ciò che è urgente oltre all’operare delle scelte rapidi; detto ciò ce l’abbiamo fatta ed è stata un’esperienza che mi accompagnerà per tutta la vita insieme al valore del coraggio di assumere decisioni, come il rimpatrio di decine di migliaia di persone abbandonate e sparse in tutta l’Italia, un impressa realizzata con l’aiuto dei consoli generali, la Protezione civile e il corpo prefettizio che ringrazio nuovamente”. Il diplomatico ricorda in particolare i primi giorni dell’emergenza e quel primo elenco di connazionali malati, la maggior parte in Lombardia e Veneto. “Ho iniziato a chiamarli uno per uno trasmettendoli un senso di vicinanza con l’intento di sollevargli il morale in un momento di totale disperazione. Allora tutti abbiamo capito meglio cosa significhi mettere al centro la solidarietà nel progetto politico dell’Ue, non solo come una nozione da inserire nei discorsi politici, talvolta sterili quando si parla dei valori, senza quel credo ed entusiasmo dei padri fondatori”. Durante quelle fasi, continua Bologan, la diplomazia è stata attiva più che mai e “ha fatto sentire il suo ruolo avvicinandosi agli interessi della gente”. Un esempio è stato l’invio da parte della Romania in Italia di una equipe medica “nel periodo più travolgente della crisi sanitaria”; o ancora la spedizione partita da Roma e indirizzata a Bucarest di 5 mila dosi di anticorpi monoclonali. “Ho puntato in questo ultimo periodo sulla cooperazione avviata nel campo della ricerca, creando anche il quadro per avere un memorandum di cooperazione tra i ministeri della Salute dei nostri Paesi”, chiarisce il diplomatico.
Entrando più sui temi di stretta attualità politica in Romania, l’ambasciatore ha sottolineato come l’ingresso di Bucarest nell’area Schengen sia un traguardo da raggiungere il prima possibile. “Il mio Paese è uno dei più importanti sostenitori dell’attività delle agenzie europee, con un triplice ruolo: fornitore di competenze, risorsa umana altamente qualificata ed equipaggiamento di alta tecnologia. Oggettivamente non c’è nessuna ragione per trovare dei motivi affinché la Romania non entri nell’area Schengen, anche dal punto di vista tecnico tutti riconoscono l’avanguardia dell’operato della nostra polizia di frontiera sui confini orientali dell’Unione”. In questo senso, prosegue nella sua disamina l’ambasciatore, “possiamo fare un ragionamento semplice ma suggestivo, quanto sia utile essere in Schengen anche dal punto di vista economico per gli imprenditori che operano in Romania o per esempio se parliamo degli autotrasportatori. Ricordate quanti problemi e preoccupazioni ci sono stati durante il periodo più angoscioso della crisi sanitaria, con i camion in fila bloccati alle frontiere, con perdite di denaro per molte aziende? Allora si è capito quanto sia importante Schengen per l’economia e quale è il valore della mobilità per i Paesi membri dell’Ue. L’Italia nella sua lungimiranza è un sostenitore della Romania per l’adesione nell’area Schengen e ringrazio per l’esempio di coerenza e di fiducia”, dichiara Bologan.
La Romania e l’Italia condividono inoltre un approccio comune su un’altra questione che riguarda l’Unione: la prospettiva di allargamento ai Balcani occidentali. “Per noi è importante mantenere il tema nell’interesse dell’Ue. Il ministro degli Esteri Aurescu ha sottolineato sempre l’importanza dei Balcani occidentali nel consolidamento dell’Unione nell’area e ribadisce in varie occasioni che l’allargamento è l’unica soluzione valida per aumentare a lungo termine nella regione la prosperità e la sicurezza”. Infatti in caso di integrazione dei Paesi della regione nell’Ue, si eviterebbe “che qualcuno prenda il sopravvento con delle conseguenze che potrebbero irritare e poi sarebbe più difficile ripristinarle”, spiega il diplomatico. “L’impegno dell’Ue nella regione potrebbe essere un po’ più visibile intensificando il dialogo politico, accademico e stimolando la cooperazione anche nell’ambito multilaterale”, aggiunge Bologan che non nasconde in questo senso l’importanza di rafforzare la diplomazia culturale. “Molte iniziative al riguardo hanno accompagnato il mio mandato, mostre come la conferenza e la mostra in ricordo dei 30 anni dalla caduta del regime comunista in Romania organizzata con la Rai e la Camera dei Deputati, la mostra su Traiano al museo dei Mercati vicino alla Colonna Traiana, ‘Ovidio. Amori, miti e altre storie’ in occasione del bimillenario di Ovidio alle Scuderie del Quirinale, la Festa del Cinema, concerti, conferenze nelle università italiane o all’Accademia di Romania in Roma, incontri con enti di culto perché l’essere umano è un essere religioso e tanti altri eventi”, rivendica Bologan. “Le azioni dell’essere umano sono il risultato del suo retroterra culturale che influisce sullo stato della salute psichica. La cultura è il piedistallo sulla base del quale operiamo in una direzione al posto di un’altra. Senza cultura siamo indifesi di fronte all’assalto dell’ignoranza, degli errori e ancora più importante, di fronte all’assalto degli orrori. Se si lamenta di una decadenza della società, non mi spaventa, l’antidoto è dare più spazio alla cultura, anche nel mondo virtuale fare posto alle discipline umaniste per una società più umana, essere consapevoli del senso della storia e che tutti siamo chiamati e siamo responsabili ad assumerci il futuro”, conclude l’ambasciatore.
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